di Carlo Pavia
L’Excubitorium della VII Coorte dei Vigili del Fuoco, situato in una traversa di Viale Trastevere nei pressi di Piazza Sonnino, è situato a 9 metri di profondità rispetto al piano stradale odierno e venne riportato alla luce nel 1865-1866, durante uno dei numerosi scavi ottocenteschi, intrapresi per il recupero di opere d’arte e che ebbe come riferimento un muro antico emergente nel giardino di una casa privata sulla piazza Monte di Fiore, di fronte alla piazza di S. Crisogono, entrambe scomparse nel più recente assetto urbanistico del quartiere. Rimangono numerose stampe e le prime fotografie dell’epoca che ritraggono il monumento nel momento della scoperta e dello scavo (foto 2-3 e 4).
Già dall’inizio apparve subito chiara la destinazione degli ambienti riportati in luce in base al gran numero di graffiti presenti sulle pareti, ove era ripetutamente citata la VII Coorte dei Vigili. Fortunatamente i graffiti sono stati copiati giacché oggi dell’originario intonaco su cui si trovavano rimane ben poco (foto 5-6).
In questa scritta le parole più importanti sono “coh(orte) VII vigilum”, “sebaciaria fecit”, l’accenno all’imperatore Gordiano e la data, scritte dal sebaciario K F (costruttore dei sebi ovvero delle fiaccole)
L’Excubitorium, o corpo di guardia, fu ricavato, verso la fine del II secolo d.C. all’interno di una casa privata, comprata o affittata dall’amministrazione pubblica (foto 7-8).
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Tra i reperti archeologici rinvenuti, di notevole interesse spiccano una face (fiaccola) in bronzo e alcune tubature lo stesso in bronzo con tanto di rubinetteria che arricchiscono le già notevoli conoscenze in merito (foto 9-10-11-12)
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Il buono stato di conservazione del monumento e lo straordinario valore documentario dei graffiti sollecitarono l’interesse degli studiosi, insufficiente tuttavia ad evitare un progressivo abbandono dell’area, con grande pregiudizio per la conservazione delle strutture murarie e soprattutto del loro apparato decorativo.
Il magnifico mosaico pavimentale era in sito fino al periodo della seconda Guerra Mondiale. Oggi ne rimane solo un piccolissimo tratto (foto di copertina e 3-4-8-13).
Solo nel 1966, a cento precisi anni dalla scoperta, si è data una sistemazione adeguata con la copertura del monumento e oggi lo possiamo ammirare in tutto il suo splendore sebbene menomato di molti importanti particolari (14-15-16).
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Il monumento si compone di una grande aula, con al centro una vasca di forma esagonale a lati concavi. Di fronte ad essa, sulla parete sud si apre un’elegante porta ad arco, che introduce nel larario, una sorta di cappella del genio tutelare dei vigili, il Genius excubitorii ricordato dai graffiti ormai scomparsi.
Nella stanza situata ad ovest con il pavimento in cocciopesto interrotto al centro da un chiusino si è voluto vedere un bagno, mentre incerta rimane la destinazione dei due vani contigui e tra loro comunicanti sul lato opposto.
Segue a nord un angusto ambulacro e un vano con un dolio interrato, recipiente quest’ultimo utilizzato per conservare grano, legumi, olio, ecc.
Per saperne di più Carlo Pavia. ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore.
Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.