di Carlo Pavia
Ripercorrendo le parti iniziali della Cloaca Massima, nella zona di incredibile pericolo e tra pertugi e anfratti vari assolutamente non consigliabili, è possibile raggiungere gli ipogei più sperduti della Suburra, al suo limitare con i mercati di Traiano.
Ma c’è anche un altro modo per arrivarci e molto più consigliabile.
Sulla Salita del Grillo troverete l’ingresso di una Associazione Culturale denominata il Polmone Pulsante, là dove il maestro Saverio Ungheri per numerosi decenni ha realizzato una esposizione permanente delle sue opere scultoree realizzate con oggetti ritrovati per strada o nelle immondizie.
Composizioni estremamente interessanti ben posizionate negli angoli, al centro di tetre stanze medioevali, lungo i tratti di mura serviane (rifacimenti), addossate ad opera laterizia di età traianea e, “dulcis in fundo” (ma proprio “in fundo” perché si raggiungono profondità notevoli rispetto al piano di calpestio moderno) ciò che rimane di una antichissima chiesa.
Alla fine del XIX secolo furono scoperti in un locale alcuni dipinti che, se l’interpretazione di allora è giusta, riporterebbero questo luogo al ciclo di San Clemente e dell’Oratorio dei Sette Dormienti.
Le figure qui rappresentate, infatti, di cui oggi rimane ben poco, sarebbero quelle di Beno de Rapiza e di sua moglie, cioè gli stessi committenti degli altri due luoghi.
Tutto questo porta, quindi, a datare anche questa chiesa alla seconda metà dell’XI secolo.
La sua prima menzione risale comunque al 1192 e la data della sua soppressione è invece il 1577, anno in cui fu unita alla vicina SS. Quirico e Giulitta. Fu sicuramente costruita su edifici del I-III secolo e fonti medievali ce la disegnano a due navate con tre colonne e un campanile: S. Salvatore delle Milizie.
Nel XVII secolo, era già profanata e convertita in casa, ma il campanile era ancora visibile ed un’immagine del Salvatore era stata posta sulla facciata della casa, che sulla porta d’ingresso portava e porta ancora scritto il nome di Achille Veniero.
La chiesa, chiamata “Miliciarum” dal Camerario (1193-1216) e “de Militiis” dall’Anonimo di Torino (XIV sec.), doveva stare precisamente al n.17 dell’attuale Salita.
Nelle cantine d’una casa annessa, sono stati rinvenuti, nel XIX secolo, avanzi di un’opera giudicata romana e, sopra, tracce di un’antica chiesa, con pitture accompagnate da epigrafi votive, che sembravano del secolo X, ovvero dell’XI.
Annesso alla chiesa era un’orticello, dove nel secolo XV si rinvenne un’iscrizione dedicata alla “Fortuna santa”.
Per saperne di più Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore
Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.