Poesie a margine: “La rosa” di Ho Chi Minh

La rosa

La rosa s’apre, la rosa
appassisce senza sapere
quello che fa.
Basta il profumo
di rosa
smarrito in un carcere
perché nel cuore
del carcerato
urlino tutte le ingiustizie
del mondo.

Da “Diario dal carcere” di Ho Chi Minh (1942-1943)

Ho Chi Minh (1890 – 1969) rivoluzionario e politico vietnamita. I versi sopra riprodotti si riferiscono al 1942-1943, quando fu catturato dalle truppe nazionaliste di Chiang Kai-shek e deportato in Cina per aver propagandato il comunismo, e fanno parte del “Diario dal carcere”, scritto in caratteri cinesi e non vietnamiti, in cui descrive in poesia i tredici mesi di durissima prigionia, durante la quale Ho Chi Minh passò per una trentina di carceri, spesso costretto a camminare per 40-50 chilometri al giorno con i ferri ai piedi, dormendo sul pavimento e sopravvivendo a condizioni estreme.
Rilasciato nel 1943, rientrò in Vietnam, dove riprese la lotta

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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