Lanner & Strauss I: i papà del valzer

                                  

Il valzer viennese non ha madre, ma di certo ha ben due padri: Johann Strauss I e il suo collega Joseph Lanner.

Era stato Lanner a lanciare a Vienna la mania del valzer, già da quando muoveva i primi passi da musicista.
Autodidatta come violinista e compositore, si era infatti unito a un’orchestra all’età di 12 anni, formando anche un proprio trio nel 1816 per suonare musica nelle taverne di Vienna e dintorni.
A volte questo gruppo si espandeva fino a diventare un quintetto, e nel giro di pochi anni anche Johann Strauss I fu scritturato come violista.
Lanner ebbe un tale successo che nel 1825 divise il suo gruppo in due piccole orchestre, mettendo Strauss I al comando della seconda. Strauss andò per la sua strada nel giro di due anni, sviluppando infine una rivalità artistica con il suo ex-datore di lavoro.
I due, tuttavia, rimasero buoni amici.
Lanner aveva portato il valzer dalla forma rudimentale, in otto battute, che aveva ereditato dai vecchi balli popolari, a componimenti più lunghi e complessi, impiegando melodie più ampie e usando le tonalità minori che nei balli erano solitamente evitate.

Philipp Steidler: ritratto di Joseph Lanner, ca. 1840

Lanner portò il valzer a livelli di dignità mai raggiunti fino a quel momento: con lui smise così di essere una semplice danza contadina e fece il suo ingresso anche ai livelli più alti della società, sia come musica da ballo, sia come musica da concerto.
Fu Strauss I, tuttavia, a stabilire il modello definitivo del valzer che comprendeva un’introduzione, cinque doppi valzer, e una coda.
Anche Lanner adottò questo formato nel 1830, ma risultava chiaro che la sua musica fosse più colta di quella di Strauss I, in quanto era lui, tra i due, il musicista più ispirato e versatile.
Era un violinista molto abile, non un violinista da caffè, così spesso suonava dei concerti per violino impegnativi come quelli di Spohr e Bériot per le scene di danza, perché, a differenza di quelle degli altri, c’era spesso nelle sue musiche una vena malinconica, forse dovuta al suo carattere, un aspetto che lo distingueva dal sempre più sbarazzino Strauss.
Era anche un astuto uomo d’affari: i suoi vari ensemble, all’interno dei quali, impiegò fino a 200 musicisti, divisi in diversi gruppi durante la stagione del carnevale, si diffusero in tutta Vienna e dintorni, suonando ovunque, dai caffè alle eleganti sale private.
Lanner fece diversi tour dell’impero austro-ungarico, toccando anche l’Italia, e ampliando così la sua fama.
A Vienna tra i suoi vari incarichi c’era quello che gli affidava la direzione musicale del Redoutensäle, poi il ruolo
di direttore dei concerti del Volksgarten e di kapellmeister del secondo reggimento viennese.
Al culmine del suo successo, Lanner morì di tifo a soli 42 anni: lasciò un catalogo di oltre 200 pezzi, circa la metà dei quali era composto di valzer o altre danze.

Fu però la famiglia Strauss che diede il via ai più celebri balli della corte viennese.
Gli Strauss provenivano da Leopoldstadt, un distretto della città di Vienna, sopra il canale che collega la città al Danubio. Questo quartiere era separato dal centro dalla Pazmanitengasse, una grande arteria che ospitava la più grande sinagoga di Vienna, quella che fu distrutta nella notte dei cristalli del 1938.
Suo nonno, Johann Michael Strauss, originario di Budapest, era un ebreo che si era convertito al cattolicesimo per poter sposare Rosalia Buschin, figlia di un guardiacaccia. Da quell’unione, nel 1804 nacque Johann Strauss I, che venne battezzato con il rito cattolico.
Suo padre, Franz Borgias Strauss, aveva sposato Barbara Dollman, la giovane coppia gestiva una locanda nella Flossgasse, frequentata prevalentemente dai marinai del Danubio, provenienti soprattutto da Linz.
La famiglia era un esempio perfetto dell’assorbimento della cultura ebraica nella Austria-Ungheria e mostrava come la cultura tedesca, pur di stampo cattolico, fosse riuscita ad amalgamarsi con quella ebraica in quella città molto cosmopolita che era Vienna.
A dodici anni Johan Strauss I fu mandato a fare l’apprendista presso un rilegatore, per imparare un mestiere. Non riuscì a lungo a sopportare il nuovo lavoro e tentò addirittura una fuga che si rivelò poi fortunata: per strada incontrò un suonatore ambulante, chiamato Polischansky, il quale lo riportò a casa e ottenne l’approvazione dei suoi genitori a diventare il suo primo insegnante di musica.
Allora erano molto di moda le orchestre da ballo: tra esse spiccava quella diretta da Michael Palmer, che si esibiva presso il Cafe Sperl.
Fu alla giovane età di quindici anni che Johann Strauss I ebbe la fortuna di esibirsi in tale ensemble, entrando in contatto con Joseph Lanner, di tre anni più anziano, e con il quale strinse una forte amicizia.
Già da tempo Joseph stava facendosi strada nell’ambiente che ora li vedeva uniti, ma le loro strade si sarebbero presto separate.

Johann Strauss I (Padre) in una litografia di Joseph Kriehuber, 1835

L’amico Lanner era nato nel 1801 nella Mechitaristengasse di Vienna, da famiglia umile.
Studiò il violino da autodidatta mostrando doti molto precoci anche nella composizione.
I due amici, legati da forte affiatamento, abbandonarono insieme l’orchestra di Palmer nel 1818 e Lanner fondò, come accennato, prima un trio con i fratelli Karl e Johann Drahanek, al violino e alla chitarra, gruppo che divenne poco dopo un quintetto aggiungendovi un violoncello ed una viola, suonata da Strauss I. Il progetto cresceva e Lanner riuscì infine a costruire una vera e propria orchestra.
In quel periodo Strauss e Lanner condividevano un appartamento a Windmuhlgasse, quando, nel 1824, Lanner divenne definitivamente il direttore dell’orchestra a Strauss I spettò, invece, il ruolo di vice direttore.
Mentre le esibizioni si susseguivano senza tregua in un successo sfrenato, Strauss maturò la convinzione che le sue opere non venissero eseguite abbastanza.

Una sera del settembre 1825 allo “Zum Bock”, si racconta che Joseph e Johann I avessero litigato furiosamente durante questa ultima esibizione comune, ma la separazione avvenne comunque in modo pacifico, tanto che Lanner dedicò all’amico il Trennungs-Walzer op. 19 (Il valzer della separazione).
Anche dopo la loro rottura, i due compositori ebbero ancora occasione di lavorare insieme, come quando diedero un concerto di beneficenza per il loro ex datore di lavoro, Michael Palmer, dopo che questi era caduto malato nel 1826.
Per il loro impegno a suonare assieme in concerti a sfondo caritatevole, Lanner e Strauss I nel 1836 ricevettero la cittadinanza onoraria viennese.
Nello stesso anno della separazione orchestrale con Lanner, dal matrimonio di Strauss I con Maria Anna Streim nacque il suo primogenito, Johann Strauss, II, futuro compositore di valzer celeberrimi, successivamente, Il 22 agosto 1827, nacque il secondogenito Joseph, anch’egli destinato alla medesima carriera.

Anna Streim, moglie di Johann Strauss I

In breve tempo il complesso di Strauss I ottenne un discreto successo, così a Johann balenò l’idea di creare e gestire più gruppi musicali, così che essi si potessero esibire contemporaneamente in più luoghi.
Va rammentato che fino ai primi anni ’40 il successo di Johann Strauss I però fu sempre inferiore a quello di Joseph Lanner. Nel 1829 quest’ultimo ricevette l’ambita nomina a direttore musicale dei balli alla Redoutensäle nell’Hofburg imperiale.
Ancor di più, per merito di Joseph Lanner, il valzer smise di essere un genere “povero e rustico” per divenire la danza delle elite nobili e borghesi.
Era nato in un contesto, come si è detto, piuttosto povero e modesto: il suo nome derivava dal verbo tedesco Waltzen, che significa “girare in tondo”.
Si diffuse a partire dal primo Ottocento e figurava già tra le danze di Mozart, Beethoven, Schubert e di tanti altri, fino a Chopin e Brahms.
Il valzer, tuttavia per lungo tempo fu ostacolato dai “conservatori”, che vedevano in esso non solo un genere musicale senza troppe pretese, ma soprattutto immorale e lascivo.
Diffusosi inizialmente in Austria e nel sud della Germania, il valzer raggiunge presto le altre capitali europee e divenne un genere internazionale.
Nonostante le critiche dei “parrucconi”, tutto piaceva del valzer: entusiasmava i ballerini, che potevano finalmente danzare abbracciati, e le sue struggenti melodie catturavano tutti i ceti.
Era nel periodo di Carnevale che le grandi orchestre riuscivano ad avere più scritture.
Joseph Lanner si cimentava in centinaia di musiche da ballo dei generi più in voga, anche di altri autori; molte di esse erano valzer.
Il suo valzer più celebre è “Die Schönbrunner”, (L’abitante di Schombrunn): il nome di quest’opera proveniva dalla dedica al proprietario Dommayer dell’omonimo Caffé, un locale del distretto di Hietzing, dove si trovava anche il famoso castello imperiale.

Josef Lanner – Die Schönbrunner Walzer, Op. 200 – Lorin Maazel, Wiener Philharmoniker -Neujahrskonzert 1994

Fino all’ascesa di Johann Strauss II con “An der schönen blauen Donau” nel 1867 (Sul bel Danubio blu), fu questo il valzer che più risuonava nelle sale di Vienna.
Mentre Lanner coltivava il proprio successo più che altro localmente, Strauss I aveva progetti più ambiziosi.
La sua orchestra contava ormai più di 200 elementi e il suo nome iniziava a dominare anche oltre le scene austroungariche.
Nonostante la precarietà della sua situazione familiare, Johann padre riuscì a districarsene: convalescente da un malore, si separò dalla moglie nel 1833, e, avendo intanto costruito con Emilie Trampusch una seconda famiglia segreta, scelse di seguire quest’ultima.
La relazione con la moglie era ormai complicata da tempo per il fatto che lei avesse concesso ai figli Johann jr. e Joseph di prendere lezioni di musica: Strauss I, evidentemente, non voleva concorrenti in casa!
Allo stesso anno della separazione risale la sua prima tournée all’estero, che lo portò ad esibirsi al cospetto del re di Prussia.
In seguito, al suo concerto del 1º novembre 1837 a Parigi assistettero, tra gli spettatori, Berlioz, Cherubini, Meyerbeer e Paganini.
In Inghilterra, Strauss I prese parte ai festeggiamenti per l’incoronazione della Regina Vittoria, il 28 giugno 1837, rientrando a Vienna il 13 gennaio 1839.
L’anno successivo gli venne concesso di suonare ai grandiosi balli di corte, nel corso dei quali, si sarebbe esibito, di lì in poi, alternandosi con Lanner
Dal 7 gennaio 1846 ne divenne il direttore unico, su espressa concessione dell’imperatore.
L’amico-rivale, infatti si sarebbe spento presto: un’epidemia di tifo invase Vienna nel 1843 e, come accennato, Lanner, ne fu contagiato, morendo il 14 aprile 1843, a soli 42 anni, in una casa della Gymnasiumstraße a Döbling.
Ciò significò, per Strauss, trovarsi ad essere l’incontrastato dominatore delle scene musicali Viennesi. Ai funerali del vecchio amico Lanner volle esser lui comunque ad occuparsi delle musiche.
Con la scomparsa di Lanner si chiudeva così la rivalità con Strauss e si apriva invece un’epoca in cui sarebbe stata la famiglia Strauss, prima con Johann padre e poi con i figli Johann, Josef ed Eduard, a dominare le scene musicali della capitale asburgica e d’Europa per quasi un secolo.
L’ondata di rivoluzioni che incendiò il 1848, contagiò la capitale austriaca: il 13 marzo studenti e lavoratori insorsero contro lo stato di polizia messo in piedi da Metternich, ma Strauss I si pose sempre come accanito difensore della Monarchia Asburgica.
È questo clima che vide la nascita della più celebre opera del compositore, la “Radetzky-Marsch”, eseguita per la prima volta il 31 agosto 1848 al Water-Glass di Vienna per festeggiare il Feldmaresciallo Radetzky, il quale aveva guidato la riconquista di Milano dopo i moti rivoluzionari di quell’anno in Italia.

Johann Strauss II – Radetzky Marsch – Nikolaus Harnoncourt, Wiener Philharmoniker Neujahrskonzert 2001

Dopo Strauss I, i figli porteranno il valzer e le altre danze a un tale livello di inventiva e raffinatezza che diventeranno per sempre un simbolo di Vienna e della sua civiltà fino al crollo del 1918.
Si racconta che Brahms mentre componeva al piano creasse una bellissima melodia.
Stette dapprima a pensarci su, soddisfatto, poi, di colpo, si diede una pacca alla testa e scrisse sullo spartito: “già composta dal mio amico Johann jr. purtroppo…”: si trattava del tema introduttivo del “bel Danubio blu”!

Il monumento ai due padri del valzer viennese, Johann Strauss padre e Joseph Lanner. Vienna Rathauspark (Parco del Municipio).

Lino Predel non è un latinense, è piuttosto un prodotto di importazione essendo nato ad Arcetri in Toscana il 30 febbraio 1960 da genitori parte toscani e parte nopei.
Fin da giovane ha dimostrato un estremo interesse per la storia, spinto al punto di laurearsi in scienze matematiche.
E’ felicemente sposato anche se la di lui consorte non è a conoscenza del fatto e rimane ferma nella sua convinzione che lui sia l’addetto alle riparazioni condominiali.
Fisicamente è il tipico italiano: basso e tarchiatello, ma biondo di capelli con occhi cerulei, ereditati da suo nonno che lavorava alla Cirio come schiaffeggiatore di pomodori ancora verdi.
Ama gli sport che necessitano di una forte tempra atletica come il rugby, l’hockey, il biliardo a 3 palle e gli scacchi.
Odia collezionare qualsiasi cosa, anche se da piccolo in verità accumulava mollette da stenditura. Quella collezione, però, si arenò per via delle rimostranze materne.
Ha avuto in cura vari psicologi che per anni hanno tentato inutilmente di raccapezzarsi su di lui.
Ama i ciccioli, il salame felino e l’orata solo se è certo che sia figlia unica.
Lo scrittore preferito è Sveva Modignani e il regista/attore di cui non perderebbe mai un film è Vincenzo Salemme.
Forsennato bevitore di caffè e fumatore pentito, ha pochissimi amici cui concede di sopportarlo. Conosce Lallo da un po’ di tempo al punto di ricordargli di portare con sé sempre le mentine…
Crede nella vita dopo la morte tranne che in certi stati dell’Asia, ama gli animali, generalmente ricambiato, ha giusto qualche problemino con i rinoceronti.

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