ArcheoTour, Il Carcere Mamertino

di Carlo Pavia

Il Carcere Mamertino o Tullianum è il più antico carcere di Roma e si trova nel Foro Romano (foto 1).

foto 1

Era il carcere simbolo per prigionieri illustri dell’antica Roma e non a caso si trova in un’area centralissima, a ridosso della Via Sacra nel Foro, avendo ospitato per dieci secoli i grandi nemici del popolo e dello stato, così come i grandi vinti e i grandi traditori di Roma, dal re dei Sanniti Ponzio, al re dei Galli Vercingetorige, da Pietro apostolo ai congiurati di Catilina.
Consisteva di due piani sovrapposti di grotte scavate alle pendici meridionali del Campidoglio a fianco delle Scale Gemonie, verso il Comitium (foto 2).

foto 2

La più profonda risale all’età arcaica (VIII-VII secolo a.C.) ed era scavata nella cinta muraria di età regia che, all’interno delle Mura serviane, proteggeva il Campidoglio; la seconda, successiva e sovrapposta, è di età repubblicana.

La stanza inferiore: leggenda vuole che alla colonna a sinistra vi fossero legati gli Apostoli Pietro e Paolo.

Il complesso si trova oggi sotto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami.
Il Tullianum fu realizzato, secondo Livio, sotto Anco Marzio nel VII secolo a.C. Il nome deriva da tullus (polla d’acqua, tra l’altro ancora esistente), anche se alcuni lo fanno derivare da alcune tradizioni che lo collegano all’iniziativa di Servio Tullio o di Tullo Ostilio. Sulla cornice della facciata della prima età imperiale sono incisi i nomi dei consoli Caio Vibio Rufino e Marco Cocceio Nerva che intervennero sul monumento agli inizi del I secolo d.C., tra il 39 e il 42.

La cristianizzazione del complesso è databile attorno all’VIII secolo, periodo al quale risalgono le tracce di un affresco rinvenuto nel Tullianum, ed entrambi gli ambienti furono convertiti in cappelle. In questo stesso periodo il luogo cominciò ad essere chiamato Carcere Mamertino.

Altare con San Pietro e Paolo

Il Tullianum viene citato da molti autori dell’antichità, tanto da farne uno dei pochi capisaldi indiscutibili degli edifici nel Foro, usato per individuare con esattezza anche altri monumenti vicini grazie a citazioni incrociate. Plinio il Vecchio ne ricordò la collocazione a ovest della Curia Hostilia. Da altre fonti si conosce che era, oltre che nel Foro, in prossimità del tempio della Concordia.
La descrizione più celebre è quella di Gaio Sallustio Crispo nel De Catilinae coniuratione. Nel suo resoconto dell’imprigionamento e dell’esecuzione dell’ex console Lentulo, di Cetego, Statilio, Gabinio e Cepario, lo storico tratteggia una concisa quanto fedele descrizione del luogo, ancora valida per il sito così come ci è giunto: «Nel carcere vi è un luogo chiamato Tulliano, un poco a sinistra salendo, sprofondato a circa 12 piedi sotto terra. Esso è chiuso tutt’intorno da robuste pareti, e al di sopra da un soffitto, costituito da una volta in pietra. Il suo aspetto è ripugnante e spaventoso per lo stato di abbandono, l’oscurità, il puzzo». Una porta in metallo nasconde un condotto che anticamente faceva deflurire le acque in direzione della vicina Cloaca Massima, sotto il Foro Romano.

Ricostruzione di Jean-Claude Golvin

Per saperne di più, Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore

Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.

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