Con tutta la solennità che la ricorrenza impone, la nostra Rivista Latina Città Aperta intende festeggiare un compagno di lavoro, Camillo, nel giorno del suo quattordicesimo compleanno.
Lui è un tipo di bell’aspetto, anche se di piccola statura, festevole di suo, un buon carattere allegro, curioso del nuovo anche se attaccato alle sue care vecchie abitudini.
Non molti crederebbero che già da qualche anno Camillo, nonostante la sua età, fornisce un apporto sostanziale al nostro lavoro, non fosse altro che per l’assidua vicinanza che ci ha dimostrato nel caso di certi passaggi redazionali, quegli snodi complicati che affrontiamo soprattutto nel montare alcuni articoli prima di pubblicarli, raccordandoli con le immagini.
Lui, in quelle circostanze, è stato spesso presente, spargendo simpatia e ottimismo, facendo sì che solo guardando la sua espressione fiduciosa e attenta i problemi paressero sgonfiarsi, pronti ad essere certamente risolti.
Dovevate vederlo, con quella faccia un po’ così che ci sorrideva dalla sua cesta.
Cesta, dite?
Sì, cesta, la sua cuccia ben imbottita di coperte e giocattoli.
Già, avevo dimenticato di dire che Camillo è un cane, il cane della nostra Francesca Suale, un delizioso cagnetto, e se quattordici anni per un essere umano sono appena la soglia dell’adolescenza, per un cane sono un’età di saggezza, di calma e ponderazione.
Ma questo Camillo non lo sa, per fortuna.
Auguri dunque, amico.