Poesie a margine: da “Cimiteri” di Franco Buffoni

Cimiteri

Piove sui cimiteri di campagna
e su quelli di marmo di città,
piove sui colombari nudi
in occasione dei nuovi sussidi
celebrativi concessi al rapporto
tra abitato e area cimiteriale.

Colombari. Un nome che da bambino
mi sembrava uno scherzo:
“Zitti voi in piccionaia”,
diceva il mio maestro ai tre Colombo
– Daniele, Marco e Gino –
disposti a semicerchio in terza fila…

E oggi eccoli là, ma non insieme, il ricco Gino
nella cappella di marmo e vetri verdi
al centro dell’aula camposanto;
l’abbandonato dalla moglie e figli Marco
in un letto a castello della salina bianca
dove si aggancia ai morti il campo nomadi;
mentre il Daniele ridente prende l’acqua
d’aprile in campagna
tra un salice e un olivo
da solo, come è sempre stato,
e in terra non del tutto consacrata.

Franco Buffoni

Franco Buffoni (Gallarate 1948), vive a Roma. È giornalista pubblicista e professore ordinario di Critica Letteraria e Letterature Comparate; si è distinto come saggista, traduttore e traduttologo. Dal 1989 è direttore della rivista sulla teoria e pratica della traduzione poetica «Testo a fronte» e dal 1991 è curatore dei Quaderni italiani di poesia contemporanea, pubblicati ogni due anni. Dopo l’Oscar Mondadori Poesie 1975-2012, che raccoglie la sua opera poetica fino a quella data, ha pubblicato Jucci (Premio Viareggio 2015), O Germania e Avrei fatto la fine di Turing.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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