Con un petardo… nel cuore

Un sibilo assordante e poi un boato ancora più assordante.

Mi nascondo sotto il letto? No, meglio dietro il divano!

Niente da fare, il sibilo mi raggiunge ovunque e il botto che lo segue mi rintrona.

Penso che l’unica possibilità che ho è di mimetizzarmi con la carta da parati.
Ha dei colori sui toni del marrone e beige, e io sono un cane pezzato, quindi il nemico potrebbe non trovarmi, credere che io sia un disegno tra i disegni sulla parete, ammesso che l’invasione avverrà davvero, di qui a breve.

Però dovrò restare immobile, non tremare, non farmi tradire dal battito accelerato del mio cuore di cane.
E soprattutto restare fermo con la coda, che la carta da parati non scodinzola.

Sono andati via tutti questo 31 dicembre, il mio primo 31 dicembre da cane. Perché io sono un quasi cucciolo, un cucciolone.

Ma i cani del mio vicino latrano sul balcone e mi hanno avvertito di stare attento, che ogni 31 dell’anno si scatena un putiferio, specie allo scoccare della mezzanotte. Scoppia la guerra.

Una cosa assordante, pericolosa, violenta. Una cosa umana per quanto sia disumana.  Tanto che il cane della famiglia dell’ultimo piano due anni fa se ne è andato per crepacuore, e si racconta che quello della famiglia che abita nel palazzo di fronte al mio, si sia buttato giù dal quarto piano, non per suicidarsi ma per sfuggire terrorizzato ad un petardo che gli era esploso a poca distanza.

Insomma, è il mio primo 31 dicembre, un anno finisce e a giudicare da come lo stanno archiviando, a suon di botti, il prossimo non promette niente di buono.

Io me ne resto quatto quatto, senza respirare, sperando che passi presto, che l’invasione non abbia inizio, che non mi trovino e che non mi esploda il mondo dentro al cuore. 
Mi piacerebbe domani scodinzolare ancora alla vita, esplodere di gioia alla vista dei miei padroni e sorridere come fanno i cani, con la coda, la stessa che ora tengo tra le zampe senza capire perché si debba finire così per festeggiare un anno nuovo e chiuderne uno vecchio, evocando guerre e funestando di botti la mia specie e tutte le specie animali.

Ma che ne posso capire io?

Questa è roba da umani, tra gli animali spesso i meno umani.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

Un commento su “Con un petardo… nel cuore

  1. Avessi un cane il 31 gli applicherei delle morbide cuffie insonorizzanti magari con musica all’uopo…..oppure me ne andrei lontano dalla citta’ aspettando che i cagnacci a 2 zampe si scannino per bene tra di loro.

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