(Friederich Nietzsche, Così parlò Zarathustra)
Il filosofo Friedrich “Fritz” Nietzsche (Erland Josephson) e il dottor Paul Rée (Robert Powell) si innamorano della disinibita Lou von Salomé (Dominique Sanda). Entrambi desiderano sposarla, ma la ragazza, essendo contraria al matrimonio, propone una convivenza a tre, creando un ménage a trois che inorridisce, fra tutti, la sorella di Fritz, Elizabeth (Virna Lisi), da sempre innamorata di lui.
A causa della condotta libertina di Lou, l’equilibrio della “trinità” si frantumerà in mille pezzi: Fritz impazzirà dopo aver visto la Morte danzare senza veli, e dopo aver riconosciuto Wagner in un cavallo; mentre Paul esternerà un’omosessualità latente.
Dopo il suo ventennale ritorno in sala – tralasciando le miniserie televisive e i documentari – con il discreto L’ordine del tempo (2023) e il Leone d’oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia, ci è sembrato doveroso omaggiare Liliana Cavani che, con il suo punto di vista audace e malizioso, ha descritto degli scenari legati alla Storia, politica, religione e fisica, e a loro volta abitati da un gruppo di personaggi dalla psicologia e sessualità febbrili. Ancora oggi, il cinema della regista carpigiana continua a scombussolare la nostra psiche. Con questo biopic “romanzato” – girato dopo Il portiere di notte (1974) e prima de La pelle (1981) – non fa alcuna eccezione.
Oltre alla grazia e luminosità di Dominique Sanda, questo film è ricordato per l’interpretazione furente di Virna Lisi, che, con la sua Elizabeth, è riuscita ad ottenere un Nastro d’argento e un Globo d’oro come miglior attrice non protagonista.
Non sappiamo se la scelta di un attore abituale di Ingmar Bergman nei panni dell’autore di Così parlò Zarathustra fosse stata costruita a tavolino – soprattutto per chi conosce le opere del regista svedese – ma quella di Erland Josephson si è rivelata una scelta azzeccata per rappresentare un genio dalla mentalità brillante e tempestosa.
Al di là del bene e del male tende a “spiare” dei nudi maschili e femminili alquanto acerbi, aggraziati e martoriati in scene scabrose ed eleganti in egual misura. Fra questi colpisce il corpo armonioso del danzatore e coreografo Amedeo Amodio (qui nei panni della “Morte” e del dottor Dulcamara), che ha già recitato e danzato ne Il portiere di notte. Come sempre, le sue coreografie hanno la facoltà di trasmettere delle emozioni frenetiche tramite il linguaggio fisico accompagnato dalla musica classica.
Da segnalare anche il contributo di Franco “Kim” Arcalli alla sceneggiatura (insieme alla regista e Italo Moscati) e, soprattutto, al montaggio. A causa di una lunga malattia che lo avrebbe portato alla morte, Al di là del bene e del male è stato il suo ultimo film, non essendo riuscito ad editare in tempo La luna (1979) di Bernardo Bertolucci, dopo aver già collaborato alla scrittura. Fra i suoi altri copioni postumi ci sarebbe quello di C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone. Insieme a Roberto Perpignani, Ruggero Mastroianni (il fratello di Marcello) e Franco Fraticelli, Arcalli rimarrà sempre uno degli editor più incisivi del cinema italiano; oltre ad essere stato uno dei pochi, insieme al collega attuale Walter Fasano (ex partner in crime di Luca Guadagnino), ad aver collaborato all’ideazione del film.
Dopo il suo ritorno in sala, si spera che Liliana Cavani abbia altre storie da raccontare, perché sicuramente ha dimostrato (insieme a Lina Wertmüller e altre registe di fama mondiale) che la regia cinematografica non è mai una questione di genere, e che qualsiasi talento merita di essere riconosciuto; e non soltanto con un premio alla carriera.
Disponibilità: In acquisto e noleggio su Chili. Si trova anche su YouTube ad una risoluzione piuttosto scarsa, diviso in due tempi, a questo indirizzo
Lorenzo Palombo si definisce come uno studente cinefilo che ama parlare e scrivere di cinema – e recitare a memoria le battute di film e sitcom – a costo di annoiare amici e parenti.
Per Latina Città Aperta propone una rubrica intitolata “Un film da (ri)scoprire” per invitare i lettori a vedere o rivedere alcuni film acclamati dalla critica e dal pubblico che rischiano di dissolversi dalla memoria dello spettatore. La rubrica accoglie persino alcuni film europei o internazionali che non sono stati distribuiti nelle nostre sale cinematografiche.