Vi siete mai chiesti quale fosse esattamente il primo lungometraggio ad aver vinto un Oscar per il “miglior film?”
In un articolo antecedente vi ho parlato di Sunrise (Aurora, 1927) di Friedrich Wilhelm Murnau, che nella stessa prima edizione degli Academy Awards trionfò nella categoria “miglior produzione artistica”; una categoria differente che durò solamente quella sera. Era il 1929, e a trionfare per il “miglior film” (all’epoca “miglior produzione”) fu un racconto di guerra intitolato Wings.
Oltre ad essere l’unico film muto ad aver vinto in quella categoria – a parte il francese/americano The Artist (2012), il quale presentava alcune sequenze sonore – fu l’unico ad aver trionfato nella categoria “migliori effetti tecnici”, che verrà dimezzata a favore degli “effetti visivi e sonori”.
In quella stessa edizione venne consegnato anche un Oscar speciale a Il cantante di jazz (1927), il primo film sonoro della storia del cinema.
Di che cosa parla questo primo film da Oscar?
È una storia americana ambientata nel 1917 e con due ragazzi come protagonisti: il primo, Jack (Charles “Buddy” Rogers), desidera diventare un pilota d’aereo; mentre il secondo, David (Richard Arlen), è cresciuto da una famiglia altolocata. Entrambi sono innamorati della stessa ragazza, Sylvia (Jobyna Ralston), la quale però è innamorata di David. A forza di pensare a lei, Jack non si accorge delle attenzioni che riceve da Mary (Clara Bow), la sua dolce e simpatica vicina di casa.
Un giorno, i due ragazzi vengono arruolati per combattere contro l’esercito tedesco in qualità di aviatori. Nel frattempo, Mary, ancora innamorata di Jack, decide di offrirsi volontaria nei corpi motorizzati femminili.
Secondo alcune fonti riguardanti la produzione, Wings fu il primo film di guerra in cui venne mostrato il congegno esplosivo chiamato “siluro Bangalore”; oltre a questo ci fu un’innovazione tecnica: nelle scene dei combattimenti aerei la macchina da presa era posizionata sulle ali del velivolo. In effetti, quelle sequenze ci lasciano a bocca aperta; soprattutto per quella danza di aerei in fiamme che scendono in picchiata. Peccato che, secondo quelle fonti, un pilota perse la vita durante le riprese.
Oltre a contare su una breve apparizione di Gary Cooper [due volte premio Oscar per Il sergente York (1942) e Mezzogiorno di fuoco (1953), a parte una statuetta onoraria] troviamo nei panni di Jack l’attore e musicista jazz Charles “Buddy” Rodgers che, durante la Seconda guerra mondiale, servì nella Marina degli Stati Uniti come istruttore pilota, mentre il suo co–protagonista, Richard Arlen, si arruolò esattamente come aviatore durante la Grande guerra.
L’ultima – ma non meno importante – presenza fu quella di Clara Bow, la grande diva dell’età del jazz che recitò in ben 46 film muti e 11 sonori, e quel suo viso tondo e i suoi occhi espressivi e spalancati la resero una sex symbol.
La sua figura ispirerà l’animatore Grim Natwick per la creazione di Betty Boop – anche se oltre a lei si era ispirato alla cantante Helen Kane – e le attrici Bérénice Bejo e Margot Robbie per le loro rispettive interpretazioni in The Artist e Babylon (2023).
In conclusione, l’unico difetto di questa pellicola a stelle e strisce è la sua durata eccessiva (139 min). Ciononostante, rimane un film da (ri)scoprire.