Shane MacGowan: un mondo di rabbia e sogni.

Le strade irlandesi saranno molto silenziose stanotte, ma nei pub risuoneranno come sempre le sue parole profonde, una ninnananna per una voce fragile e imperiosa:

“possano i fantasmi che urlano attorno a casa di notte
mai svegliarti dal tuo sonno;
possano dormire profondamente tutti
giù all’inferno stanotte
o in qualunque posto staranno”.

Dal 30 novembre 2023 l’Irlanda è più povera: quella della musica: perché Shane MacGowan, autore, cantante e frontman del gruppo The Pogues, in un certo senso ultimo grande poeta irlandese, se ne è andato all’età di 65 anni.

“È con il più profondo dolore e il più pesante dei cuori che annunciamo la scomparsa del nostro caro e amato Shane MacGowan”, hanno dichiarato in un comunicato la moglie Victoria Clarke, la sorella Siobhan e il padre Maurice.

Pochi giorni dopo si sono svolti a Nenagh, i funerali di Shane, noto per essere stato il leader della band folk-punk dei Pogues, fino al 1991, MacGowan soffriva da tempo di gravi problemi di salute per l’encefalite virale che l’aveva colpito nel 2022. Ai funerali del leggendario artista irlandese hanno partecipato centinaia di persone, che si sono radunate fuori e dentro la chiesa di St. Mary of the Rosary. Tra i presenti alla cerimonia anche il presidente della Repubblica d’Irlanda e musicisti del calibro di Nick Cave, Bob Geldof, Glen Hansard e Lisa O’Neill.

Funerale di Shane MacGowan

Johnny Depp, testimone del matrimonio di MacGowan con Victoria Mary Clarke ha voluto leggere una preghiera per l’amico scomparso durante la messa.

“Preghiamo – ha pronunciato l’attore – affinché possiamo sentire il dolore degli altri, comprendere i loro bisogni e raggiungere tutti coloro che soffrono con un amore continuo radicato nella fede e nella pace”

Dopo Nick Cave ha eseguito una versione struggente di A Rainy Night in Soho e Glen Hansard ha chiuso la cerimonia cantando insieme ai Pogues, a John Sheahan dei Dubliners e alla cantante Lisa O’Neill la canzone più famosa di Shane, Fairytale of New York che è rientrata in classifica al numero uno in Irlanda ed è stata ripubblicata in una versione in vinile a 7 pollici per sostenere la Dublin Simon Comunity, una organizzazione che aiuta gli homeless nella capitale irlandese.

Nick Cave esegue A Rainy Night a Soho al funerale di Shane MacGowan

Il ricordo di Shane cantante dei Pogues e autore tra i più ispirati d’Irlanda e per Nick Cave “il miglior cantautore della sua generazione” continua ad arricchirsi di aneddoti bellissimi. Secondo quanto ha rivelato la stampa, MacGowan ha lasciato un conto aperto di diecimila euro in un pub per gli amici.

Il pub si chiama The Thatched Cottage e si trova a Nenagh, la città nella contea di Tipperary in Irlanda dove si è svolto il suo funerale. “Erano le sue ultime volontà” ha dichiarato la moglie Victoria Mary

Il pub è un bel posto fuori città, purtroppo non è molto grande ma le birre sono state pagate per tutti”.

The Thatched Cottage

I Pogues fondevano la musica tradizionale irlandese e il rock’n’roll in una miscela unica e inebriante, mentre MacGowan è diventato famoso per le sue esibizioni stralunate quanto per le sue potenti canzoni.

Le sue canzoni che mescolavano l’alto e il basso, lo scabroso e il sentimentale, spaziando da inni alla rissa a foto della vita nei bassifondi fino a canzoni d’amore tenerissime. ‘Fairytale of New York’, per esempio, è un classico agrodolce che si apre con le parole decisamente poco festive: ‘Era la vigilia di Natale, piccola, nella vasca degli ubriachi’.

The Pogues – Fairytale Of New York (Official Video)

La presidente del Sinn Fein (letteralmente “noi stessi” in gaelico irlandese, è un partito politico irlandese d’ispirazione socialista democratica e repubblicana) Mary Lou McDonald è stata tra i tanti in Irlanda a rendere omaggio a MacGowan. “Shane era un poeta, un sognatore e un campione della giustizia sociale”, ha detto. “Nessuno ha raccontato la storia irlandese come Shane: storie di emigrazione, dolore, esilio, redenzione, amore e gioia”.

Nato il giorno di Natale del 1957 in Inghilterra da genitori irlandesi, MacGowan ha trascorso i primi anni di vita nell’Irlanda rurale prima che la famiglia si trasferisse di nuovo a Londra. L’Irlanda è rimasta per tutta la vita il centro del suo immaginario. È cresciuto immerso nella musica irlandese assorbita in famiglia e dai vicini, assieme ai suoni del rock, della Motown e del jazz. Ha frequentato l’elitaria Westminster School di Londra, da cui fu espulso, e ha trascorso un periodo in un ospedale psichiatrico dopo un esaurimento nervoso durante l’adolescenza.

Shane giovanissimo

MacGowan abbracciò la scena punk che esplose in Gran Bretagna a metà degli anni Settanta. Si unì a una band chiamata Nipple Erectors, esibendosi con il nome di Shane O’ Hooligan, prima di formare i Pogues assieme a Jem Finer e Spider Stacey.

I Pogues – abbreviazione del nome originale Pogue Mahone, versione inglese del gaelico ‘pog mo thoin’ che sta per ‘baciami il sedere’ – fondevano l’energia furiosa del punk con le melodie e gli strumenti tradizionali irlandesi, tra cui banjo, flauto tin whistle e fisarmonica.

“Non mi era mai venuto in mente che si potesse suonare musica irlandese per un pubblico punk”, ha ricordato MacGowan in ‘Una pinta con MacGowan’, un libro di memorie del 2001. “Poi finalmente è scattata la molla. Mettere su una band irlandese a Londra che suonasse musica irlandese con un ritmo rock and roll. L’idea iniziale era quella di suonare solo vecchi brani, ma poi ho iniziato a scrivere”.

Il primo album della band, Red Roses for Me, è stato pubblicato nel 1984 e presentava versioni di canzoni folk irlandesi assieme a brani originali come Boys from the County Hell, Dark Streets of London e Streams of Whisky.

The Pogues – Boys from the County Hell

MacGowan scrisse molte delle canzoni dei due album successivi, Rum, Sodomy and the Lash (1985) e If I Should Fall from Grace with God (1988), che spaziavano da canzoni ironiche come la title track a ballate come A Pair of Brown Eyes e The Broad Majestic Shannon oltre a una gran versione di Waltzing Mathilda.

Il gruppo pubblicò anche un EP del 1986, Poguetry in Motion, che conteneva due delle migliori canzoni di Shane: A Rainy Night in Soho e The Body of an American.          
I Pogues furono per un breve periodo in cima al mondo, con tour da tutto esaurito e apparizioni alla televisione statunitense, ma il lavoro della band divenne sempre più irregolare, in parte a causa delle lotte di Shane con l’alcol e le droghe. Nel 1991 venne fatto fuori in pratica dagli altri membri della band.

MacGowan ha avuto per anni problemi di salute e ha usato una sedia a rotelle dopo essersi rotto il bacino. È stato a lungo famoso per i suoi denti rotti e marci, fino a quando nel 2015 ha ricevuto un set completo di impianti da un chirurgo dentale che ha descritto l’operazione come “l’Everest dell’odontoiatria”.

Cantautore eretico, poeta maledetto ma giammai disperato, l’ex frontman dei Pogues, ci lascia uno straordinario patrimonio di ballate e di impegno.

Quando nel 1964, qualche giorno dopo la festa di San Patrizio, morì il grande scrittore irlandese Brendan Behan, il suo amico e collega Flann O’Brien scrisse:

“le strade di Dublino sono stranamente silenziose, stasera.
È morto il proprietario del cuore più grande che abbia battuto in Irlanda negli ultimi cinquant’anni”.

Sono parole che si adattano bene anche a Shane MacGowan, anima poetica irlandese degli ultimi decenni, scomparso dopo una lunga malattia.

Shane ha vissuto la sua esistenza artistica proprio nel solco di Brendan Behan, a cui ha dedicato una canzone dal titolo “Streams of whiskey”. In questa, lo scrittore gli appare in sogno, e le parole che gli rivolge sono la più saggia di tutte le filosofie:

‘non c’è niente da guadagnare
da quelle robe umide chiamate lacrime’,

Poco più giù, nella stessa ballata, MacGowan scrisse:

‘Quando il mondo si fa troppo buio
e non vedo alcuna luce dentro di me
entro in un pub
e mi faccio quindici pinte di birra’.

The Pogues – Streams of Whiskey

Shane è autore di una delle più drammatiche e belle canzoni natalizie di sempre, “Fairytale of New York”. Racconta la storia di un uomo e della sua innamorata, venuta con lui nella Grande Mela sulla scorta di grandi promesse destinate a infrangersi contro miseria e avversità:

“Potevo diventare qualcuno
Tutti possiamo
Mi hai rubato i sogni
la prima volta che ti ho visto
Li ho tenuti con me, piccola
li ho messi insieme ai miei
non possiamo viverli da soli i sogni
i miei li ho costruiti attorno a te”.

Alla fine di una delle sue ballate più toccanti, “A Rainy Night in Soho”, incisa anche da Nick Cave e Damien Dempsey, MacGowan evocò così il senso segreto della sua arte:

“Ora la canzone sta per finire
Forse non lo sapremo mai cosa significhi
Ma ho comunque una luce davanti a me
Sei la cifra dei miei sogni”.

Ma la parabola poetico-musicale di Shane MacGowan è anche segnata dall’impegno politico.
In una canzone dedicata all’omicidio fascista di Garcia Lorca, vedeva il corpo del poeta svanire, e donne in una cappella pregare la

‘madre di tutte le gioie
madre di tutti i dolori
intercedi presso di Lui stasera
per tutti i nostri domani’.

Pensando poi ai prigionieri politici irlandesi e ai tanti innocenti incastrati dagli inglesi e detenuti per anni nelle carceri britanniche, scrisse:

“contate gli anni, prima cinque, poi dieci
invecchiando in un inferno gelato
attorno al cortile e nella cella schifosa
da parete a parete, avanti e indietro”!

Con la campagna di Gallipoli cantò l’entrata in guerra dei corpi d’armata di Australia e Nuova Zelanda. L’attacco fu concepito a Londra sotto gli auspici del Primo Lord dell’Ammiragliato, Winston Churchill. La campagna fallì e fu abbandonata dopo otto mesi con un totale di 100.000 morti, oltre 10.000 dei quali soldati ANZAC (Corpi dell’Esercito Australiano e Neozelandese). Quando Eric Bogle, un australiano nato in Scozia, scrisse “And The Band Played Waltzing Matilda” nel 1971, trasformò una lezione di storia per i bambini delle scuole australiane in una metafora dell’attuale guerra in Vietnam.

The Pogues – And The Band Played Waltzing Matilda

Quando i Pogues la registrarono a metà degli anni ’80, era una canzone popolare molto apprezzata nel mondo e la sua cupa rappresentazione dei costi della guerra e di chi la paga davvero, trascendeva qualsiasi conflitto.

I Pogues suonavano musica punk rock con strumenti tradizionali irlandesi, Shane MacGowan (voce) e Spider Stacey (tin whistle), che si incontrarono ad un concerto dei Ramones a Londra nel 1977, erano più radicali di così. E con i primi connazionali Jem Finer (banjo) e James Fearnley (fisarmonica) e completati dalla sezione ritmica della bassista Cait O’Riordan e del batterista Andrew Ranken, erano una band vera.

Rivendicavano quelle tradizioni togliendo ogni patina di pittoresca rispettabilità per suonare la musica per quello che era: il suono di una sottoclasse ribelle.

Shane

“E mentre la nostra nave entrava a Circular Quay
ho guardato il posto dove prima c’erano le mie gambe
e grazie a Cristo non c’era nessuno ad aspettarmi,
Addolorarsi, piangere e compatirsi?
Ma la banda suonava Waltzing Matilda
mentre ci portavano giù per la passerella
Ma nessuno ha esultato, sono rimasti semplicemente a guardare
poi han voltato tutte le loro facce dall’altra parte.
E così ora, ogni aprile, mi siedo e guardo la sfilata passarmi davanti
e vedo i miei vecchi compagni, con quanto orgoglio marciano
per far rivivere vecchi sogni di glorie passate;
E i vecchi marciano lentamente, le vecchie ossa sono rigide e doloranti,
Sono vecchi eroi dimenticati di una guerra dimenticata.
E i giovani mi chiedono: “per cosa marciano?”
E mi pongo ancora la stessa domanda…

Lino Predel non è un latinense, è piuttosto un prodotto di importazione essendo nato ad Arcetri in Toscana il 30 febbraio 1960 da genitori parte toscani e parte nopei.
Fin da giovane ha dimostrato un estremo interesse per la storia, spinto al punto di laurearsi in scienze matematiche.
E’ felicemente sposato anche se la di lui consorte non è a conoscenza del fatto e rimane ferma nella sua convinzione che lui sia l’addetto alle riparazioni condominiali.
Fisicamente è il tipico italiano: basso e tarchiatello, ma biondo di capelli con occhi cerulei, ereditati da suo nonno che lavorava alla Cirio come schiaffeggiatore di pomodori ancora verdi.
Ama gli sport che necessitano di una forte tempra atletica come il rugby, l’hockey, il biliardo a 3 palle e gli scacchi.
Odia collezionare qualsiasi cosa, anche se da piccolo in verità accumulava mollette da stenditura. Quella collezione, però, si arenò per via delle rimostranze materne.
Ha avuto in cura vari psicologi che per anni hanno tentato inutilmente di raccapezzarsi su di lui.
Ama i ciccioli, il salame felino e l’orata solo se è certo che sia figlia unica.
Lo scrittore preferito è Sveva Modignani e il regista/attore di cui non perderebbe mai un film è Vincenzo Salemme.
Forsennato bevitore di caffè e fumatore pentito, ha pochissimi amici cui concede di sopportarlo. Conosce Lallo da un po’ di tempo al punto di ricordargli di portare con sé sempre le mentine…
Crede nella vita dopo la morte tranne che in certi stati dell’Asia, ama gli animali, generalmente ricambiato, ha giusto qualche problemino con i rinoceronti.

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