SE DEVI DARMI IL CUORE di Rabindranath Tagore

Se devi darmi il cuore

Saranno pieni di preoccupazioni i tuoi giorni,
se devi darmi il cuore.
La mia casa, al bivio, ha le porte aperte,
il mio pensiero è sempre assente,
perché io sono un poeta.
Non sento colpa per questo, ma te lo dico,
se devi darmi il cuore.
Se impegno con te la mia parole in canzoni
e sono deciso a mantenerla, quando
la musica tacerà, bisognerà che tu mi perdoni,
perché la legge decisa a maggio
la violo volentieri in dicembre.
Non rifletterci troppo, se devi concedermi amore.
Finché i tuoi occhi canteranno l’amore
e la tua voce comunicherà la gioia,
le mie risposte alle tue domande
saranno sempre appassionate, anche se non precise.
Vanno credute per sempre e poi per sempre dimenticate.

Rabindranath Tagore

Rabindranath Tagore (nato il 7 maggio 1861, Calcutta, India – morto il 7 agosto 1941, Calcutta), era un poeta bengalese, scrittore di racconti, compositore, drammaturgo, saggista e pittore. Introdusse nuove forme in prosa e in versi e l’uso del linguaggio colloquiale nella letteratura bengalese, liberandola dai modelli tradizionali basati sul sanscrito classico. È stato molto influente nell’introdurre la cultura indiana in Occidente e viceversa, ed è considerato l’eccezionale artista creativo dell’India del primo Novecento. Nel 1913 divenne il primo non europeo a ricevere il premio Nobel per la letteratura.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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