La necropoli di Villa Doria Pamphilj (Via Aurelia)

di Carlo Pavia

Situata all’interno della Villa Pamphilj con entrata da Via Aurelia Antica 111, la necropoli si sviluppa nell’area occupata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, area utilizzata per accogliere i capi di Stato delle nazioni estere; per tale motivo non è facilmente visitabile.


Il complesso è molto particolare ed a oggi ancora non completamente studiato, soprattutto per i sistemi ipogei che a causa di interri e riempimenti degli ingressi, sono parzialmente o totalmente inaccessibili.
Nella necropoli si conservano alcuni resti murari di sepolcri che vanno dalla fine dell’età repubblicana alla metà del II sec. D.C. (Foto 2) con particolare riferimento al tipo costruttivo detto “colombario” relativo all’uso dell’incinerazione; non mancano inumazioni, il che fa pensare anche ad un uso tardo, fino al IV secolo.

In particolare sono visibili interessanti resti di un muro di recinzione di un monumento in opera quadrata di tufo e peperino con rappresentazione di una finta porta, il cosiddetto Grande Colombario (da cui provengono le pitture conservate al Museo Nazionale Romano) e il Piccolo Colombario, entrambi rinvenuti negli anni 1820- 1830 da scavi effettuati dalla famiglia Doria Pamphilj.
A pochi metri di distanza da questi è stato (ri)scoperto nel 1984 un altro colombario con abbondanti resti pittorici di buona qualità riferibili all’età augustea.
Gli edifici sepolcrali, originariamente disposti lungo l’antica via Aurelia, sono forse da porre in relazione con il vicino e popoloso quartiere di Trastevere.
Gli affreschi che ne decoravano le pareti dei colombari “grande” (Foto 7 e 8)

e “piccolo” (Foto 4, 5 e 6)

sono attualmente conservati nei magazzini del Museo Nazionale delle Terme; rimangono al loro posto invece quelli del colombario scavato nel 1984.
Con centinaia di nicchie, l’ambiente sotterraneo si compone di un vano centrale e di due ambienti laterali più piccoli con volta a botte e scalinata d’accesso.
Le pareti presentano un intonaco bianco con figurazioni dipinte negli spazi tra le nicchie, costituite da ghirlande, elementi vegetali, uccelli, nature morte, rappresentazioni architettoniche di giardini e figure caricaturali.
Più in alto sono scene forse relative ad episodi della storia e della leggenda di Roma, mentre in uno degli ambienti più piccoli sono scenette con animali o pigmei in lotta con le gru o a cavallo di arieti.
Sotto ogni nicchia è dipinta una tabella su cui veniva inciso o dipinto il nome del defunto (da foto 9 a 17).

Si trova a poche decine di metri dai colombari “grande” e “piccolo” ma si suppone che ce ne siano altri, probabilmente altrettanto belli, ancora da scavare sotto il giardino della villa e nell’area limitrofa.
Il grande colombario affrescato possiede un bel mosaico donato da Gaio Scribonio Menofilo (Foto 13)

e adorno di raffinate pitture ad affresco sulle pareti: le iscrizioni che ricordano i defunti sono ancora collocate sulle “toppe” di chiusura delle nicchie (un particolare insolito nei sepolcri romani di epoca augustea) o incise o graffite intorno alle deposizioni.

Foto 19: Particolare dell’immagine di un personaggio, molto simile al ben più tardo Pinocchio, situata all’interno della necropoli

Per saperne di più, Carlo Pavia ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore.

Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.

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