di Carlo Pavia
Si tratta di uno dei più recenti scavi archeologici diventato ipogeo. Si trova sotto il nuovo mercato Testaccio (foto 1) ed ha restituito una stratigrafia ininterrotta dalla prima epoca imperiale ad oggi.
La prima fase edilizia di età flavia vedeva nascere un sistema di ambienti coperti e cortili scoperti serviti da vicoli di servizio che risultavano peculiari per i materiali utilizzati. E’ questa la caratteristica principale, e unica nel suo genere, dell’ipogeo: tutti i muri sono realizzati con anfore svuotate e reimpiegate le une sulle altre (foto 2 e 3).
L’area di scavo ha evidenziato un settore per le discariche di materiale edilizio di reimpiego e un altro che aveva la funzione di magazzino, con piani pavimentati in terra battuta.
La seconda fase edilizia (fine I, inizi II secolo) vide la costruzione di un edificio di forma trapezoidale (horreum) con file di ambienti rettangolari che si affacciavano su un ampio piazzale porticato.
Interessante è una canaletta di scolo di acque piovane che corre lungo tutto il perimetro degli ambienti più importanti (foto 4).
La terza fase (III-IV secolo) vide la spoliazione dell’edificio, il suo abbandono e il crollo delle murature.
Dal VII secolo in poi la piana subì un progressivo fenomeno di ruralizzazione con l’impianto di orti e vigne assumendo l’aspetto tipico della campagna suburbana con casali.
Per saperne di più, Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore
Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.