Un film da (ri)scoprire: Creature del cielo (1994) di Peter Jackson

È un vero miracolo la sola percezione che le due creature del cielo non siano un’astrazione.

Christchurch, Nuova Zelanda, 1953: Pauline Parker incontra Juliet Hulme in una scuola femminile, e nonostante le loro differenze caratteriali, diventano grandi amiche. Entrambe amano ascoltare il tenore statunitense di origini italiane Mario Lanza e leggere romanzi fantasy; creano persino dei personaggi immaginari con la creta e un regno magico durante la stesura di un romanzo a quattro mani. Il loro sogno è quello di farlo pubblicare in una casa editrice newyorkese. I genitori delle due ragazze, soprattutto Honorah, la madre di Pauline, sospettano che tra loro ci sia un rapporto tutt’altro che innocente, e per questo motivo tentano di porre fine alla loro amicizia; ma essendo decise a non volersi separare, Pauline e Juliet pianificano di uccidere Honorah, dopo averla identificata come la loro antagonista principale.

Oltre a basarsi su un fatto di cronaca che sconvolse la Nuova Zelanda, il soggetto del film si basa anche sugli autentici diari di Pauline, che vennero trovati durante l’arresto delle due ragazze.

Le vere Juliet Hulme (a sinistra) e Pauline Parker (a destra)

Ancora oggi le vere Pauline e Juliet (dopo una pena di soli cinque anni e senza ergastolo a causa della loro giovane età) non si sono mai più rincontrate, e la stessa Juliet è tornata a vivere in Inghilterra, il suo paese d’origine, diventando un’autrice di romanzi gialli con lo pseudonimo di Anne Perry.

Anne Perry, all’anagrafe Juliet Hulme. Fra i suoi romanzi gialli più noti abbiamo Il boia di Cater Street, edito in Italia per la collana I classici del giallo della Giallo Mondadori.

Alla regia troviamo un giovane Peter Jackson, che negli anni a seguire avrà più popolarità con la trilogia de Il signore degli anelli; ma è stata sua moglie e co-sceneggiatrice Fran Walsh ad interessarsi alla storia di Pauline e Juliet fin dall’infanzia, covando per anni il desiderio di farne un film.

Fran Walsh, sceneggiatrice, produttrice e moglie di Peter Jackson. Conosciuta per i film successivi del marito come Il signore degli anelli, King Kong, Amabili resti e Lo Hobbit

All’inizio il regista non era convinto di voler lavorare su una storia vera con dei personaggi ancora in vita, ma pensando che se ne sarebbe occupato qualche altro collega, e dopo averne visto il potenziale, decise di cogliere quell’occasione.

Il manifesto del film

Allo stesso regista le soddisfazioni non sono mancate: Creature del cielo rappresenta l’esordio ufficiale di Kate Winslet (Juliet) e Melanie Lynskey (Pauline), le quali hanno dimostrato fin da subito di essere delle attrici talentuose; mentre Peter Jackson si è portato a casa un Leone d’argento per la miglior regia dalla Mostra del Cinema di Venezia.

Kate Winslet (Juliet) e Melanie Lynskey (Pauline) in una scena del film

Grazie a questo film gli si sono aperte le porte di Hollywood, e non solo a lui: qualche anno più tardi, Kate Winslet ha recitato in altri cult come Ragione e sentimento e Titanic per poi diventare l’attrice che tutti conosciamo; mentre Melanie Lynskey (dopo aver lavorato ancora una volta con Peter Jackson in Sospesi nel tempo) si fa conoscere al grande pubblico con il personaggio di Rose, la vicina di casa ingombrante di Charlie e Alan nella sitcom Due uomini e mezzo.

Peter Jackson (a sinistra) sul set

Altri punti a favore di questo film sono la sceneggiatura perfettamente documentata sui fatti reali; le scene fantasy con le sculture di creta che diventano figure reali e possenti; le panoramiche a schiaffo e le carrellate in soggettiva dai movimenti repentini che (oltre ad ispirarsi al suo collega e quasi coetaneo Sam Raimi alle prime armi) richiamano la prima metà della filmografia del regista neozelandese, composta da alcuni horror e dark comedies a basso budget come Bad Taste – Fuori di testa e Splatters – Gli schizzacervelli.

Ricordiamo questo film perché il cinema di Peter Jackson non si limita solamente alla (fin troppo) nota trilogia tolkieniana o al più recente (e disturbante) Amabili resti.

C’è altro da riscoprire.

Il trailer in inglese

Disponibilità: Il film è disponibile (in bassa risoluzione a 480p qui su YouTube). Purtroppo non è disponibile su altre piattaforme, ma in alcuni store online si possono trovare copie del DVD.

Lorenzo Palombo si definisce come uno studente cinefilo che ama parlare e scrivere di cinema – e recitare a memoria le battute di film e sitcom – a costo di annoiare amici e parenti.
Per Latina Città Aperta propone una rubrica intitolata “Un film da (ri)scoprire” per invitare i lettori a vedere o rivedere alcuni film acclamati dalla critica e dal pubblico che rischiano di dissolversi dalla memoria dello spettatore. La rubrica accoglie persino alcuni film europei o internazionali che non sono stati distribuiti nelle nostre sale cinematografiche.

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