Un film da (ri)scoprire: Intervista (1987) di Federico Fellini

Esterno. Cinecittà. Notte.

Una fila di macchine e camion percorrono i viali degli studi cinematografici, mentre il reparto fotografia sta montando un dolly per riprendere dall’alto il Teatro 5.

Nello stesso istante, un gruppetto di giornalisti giapponesi si avvicinano a Federico Fellini per fargli un’intervista. Nonostante stesse girando una scena onirica, il regista riminese si dichiara disponibile per raccontare il suo rapporto con Cinecittà, iniziato nel 1940, quando faceva il giornalista.

Manifesto originale

Lo stesso Fellini non si limita al semplice racconto aneddotico, ma decide di girarlo: ad interpretare il suo alter ego c’è il giovane Sergio Rubini, con un finto foruncolo sul naso, che compie un viaggio picaresco in un tram diretto a Cinecittà – in compagnia di un gerarca fascista e di un’aspirante attrice dal volto angelico e provocatore – per intervistare una stella del cinema che lo ha sempre turbato. Tale foruncolo sul naso, in effetti, gli causa molto imbarazzo; ciononostante, rimane estasiato dallo stile di vita della “Hollywood sul Tevere”, salvo imprevisti ed isterie degli addetti ai lavori.

Da sinistra a destra Paola Liguori (la diva), Sergio Rubini (il giornalista Fellini) e Francesca Reggiani (segretaria della diva).

Appena finito di girare il suo ennesimo amarcord, Fellini e il suo aiuto regista mostrano ai giornalisti alcune fasi di lavorazione su un film basato su America di Franz Kafka: la ricerca dei volti in metropolitana; i provini; il reparto di scenografia e costume, ecc.

Ritratto di Federico Fellini. Ha vinto 4 Oscar per la categoria “miglior film straniero con La strada, Le notti di Cabiria, 8 e ½ e Amarcord. Nel 1993 (anno della sua morte) ha ottenuto un Oscar onorario.

Durante una pausa, Fellini si ricongiunge con Marcello Mastroianni (vestito da Mandrake per uno spot pubblicitario), e ne approfitta per fargli una sorpresa: entrambi – insieme alla troupe, i giornalisti giapponesi e Rubini – passeranno una serata nella villa di Anita Ekberg!

Dopo ventisette anni, i due attori rivedranno commossi le loro scene (ormai iconiche) de La dolce vita

Marcello Mastroianni e Anita Ekberg ne La dolce vita (1960)
e in Intervista (1987).

Poco dopo la sua uscita nelle sale, alcuni critici hanno considerato Intervista come il “terzo film d’inchiesta” felliniano, dopo Block notes di un regista e I clowns; ma la verità è che nel cinema di Fellini (soprattutto nell’ultima fase della sua carriera) non c’è distinzione tra fiction e documentario; vale anche per questa lunga lettera d’amore per Cinecittà, che ha sempre dato sfogo alla sua creatività.

Marcello Mastroianni nei panni di “Mandrake”

Questa lunga lettera inaugura anche una nuova collaborazione tra Fellini e il suo nuovo compositore Nicola Piovani (che, come ben sappiamo, vincerà l’Oscar con La vita è bella), dopo l’antecedente Ginger e Fred; oltre a questo particolare, il film è anche un omaggio al compianto Nino Rota, che ha composto le musiche di quasi tutti i film del regista riminese, da Lo sceicco bianco a Prova d’orchestra. Grazie alle sue partiture, e a quella scena deliziosa tra Mastroianni ed Ekberg, l’effetto nostalgia è alle stelle.

Il compositore Nicola Piovani vincitore di un Oscar con La vita è bella e di 4 David di Donatello e 4 Nastri d’argento. Per Fellini, oltre a questo film, ha composto anche le musiche per Ginger e Fred e La voce della Luna.

Rivedendo questo film ai giorni d’oggi ci sentiamo affascinati e malinconici in egual misura, perché l’addio del nostro benamato Federico alla vita (e al cinema) sembra imminente. Con il successivo La voce della luna, purtroppo, ne ha avuto la conferma.

Nonostante fossero passati quasi trenta anni dalla sua scomparsa, il cinema di Fellini non ha mai smesso di portarci “oltre alla cima dei pini”.

Una clip del film

Disponibilità: A pagamento su Prime Video e YouTube.

Lorenzo Palombo si definisce come uno studente cinefilo che ama parlare e scrivere di cinema – e recitare a memoria le battute di film e sitcom – a costo di annoiare amici e parenti.
Per Latina Città Aperta propone una rubrica intitolata “Un film da (ri)scoprire” per invitare i lettori a vedere o rivedere alcuni film acclamati dalla critica e dal pubblico che rischiano di dissolversi dalla memoria dello spettatore. La rubrica accoglie persino alcuni film europei o internazionali che non sono stati distribuiti nelle nostre sale cinematografiche.

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