La relazione tra Ismaël (Louis Garrel) e Julie (Ludivine Sagnier) è in fase di stallo da molti anni; per questo motivo intrattengono un ménage à trois con Alice (Clotilde Hesme), un’amica e collega di Ismaël, nel tentativo di risvegliare la passione; ma purtroppo quell’idea non ha dato i suoi frutti.
Durante una serata in discoteca, Julie muore improvvisamente, lasciando Ismaël nello sconforto e nella solitudine. Nemmeno la presenza della cognata Jeanne (Chiara Mastroianni), segretamente innamorata di Ismaël, lo aiuta a superare il lutto. La sua vita cambia quando incontra Erwann (Grégoire Leprince – Ringuet), un giovane bretone con il quale intrattiene, inaspettatamente, una relazione amorosa.
Il titolo del film (“canzoni d’amore”) ci indica che si tratti di un musical “atipico” alla Jacques Demy, con delle sperimentazioni visive alla Godard (caratteri pop, freeze frame, time lapse) e con dei riferimenti letterari alla Truffaut. Le canzoni non rappresentano soltanto i sentimenti inespressi dei personaggi, ma anche degli omaggi a Parigi e ai suoi monumenti; come ad esempio Place de la Concorde e il parco della Pépinière. Oltre a questo, la capitale francese viene lodata anche nei titoli di testa, con delle immagini sul traffico, le strade illuminate e piovose, i passanti e i senzatetto; più o meno come all’inizio de I 400 colpi.
Anche se ha vinto un premio della giuria al Torino Gay & Lesbian Film Festival – oltre un premio César per la miglior colonna sonora – Les chansons d’amour non è mai stato distribuito in Italia. Probabilmente c’è chi lo ha considerato “troppo francese” per i nostri gusti.
In ogni caso, questa pellicola è l’ideale per gli amatori del cinéma français (soprattutto quello della Nouvelle Vague), e per quelli dei personaggi romantici (e a tratti nevrotici) di Louis Garrel, che lo rendono già un erede di Jean-Pierre Léaud, l’indimenticabile Antoine Doinel di Truffaut.
Una parola sul regista: Christophe Honoré è un regista cinematografico e teatrale, sceneggiatore, scrittore e critico cinematografico. Prima di darsi al cinema, ha scritto dei romanzi per ragazzi con delle tematiche adulte come il suicidio, l’AIDS e l’incesto; fra cui Tout contre Léo, mai tradotto in italiano.
Pur avendo diretto due star come Garrel e Chiara Mastroianni in svariate occasioni, Honoré ha presentato in Italia solamente lo scabroso Ma mére con Garrel e Isabelle Huppert e il dolce amaro Chambre 212 (tradotto come “L’hotel degli amori smarriti”) con Mastroianni. Tralasciando questo particolare, Les chansons d’amour è pur sempre il miglior film di Honoré fra quelli interpretati dai suoi attori prediletti.
Una piccola curiosità per i lettori: pur raccontando delicatamente l’omosessualità, la parola fagot (f****o in francese) viene pronunciata una sola volta per tutto il film; è come se non ci fosse esattamente una distinzione sessuale fra i personaggi, e che veramente amare vuol dire amare.